Tempo fa passai con Marco in libreria “per dare un’occhiata”; invece che guardare e basta, come potrete immaginare, tornai a casa soddisfatta con degli acquisti.
Quando presi questo libro tra le mani mi trovai davanti a una scelta: lasciarlo lì per non rivivere quello che avevo attraversato, oppure leggerlo per ripercorrere con più distacco una parte della mia vita, empatizzando con chi aveva passato la stessa cosa. Vi parlerò quindi di L’amore non basta – Come sono sopravvissuta a un manipolatore: un romanzo grafico scritto e illustrato da Sophie Lambda.
L’autrice racconta quando conobbe Marcus, ragazzo con cui iniziò una storia travolgente, fatta di divertimento, dolcezza, presenza e passione. Ben presto però le cose cambiarono. Marcus iniziò a mostrare aspetti diversi della sua personalità: bugie, sbalzi di umore, crisi di rabbia, sparizioni improvvise, ricomparse e continue delegittimazioni. Sophie cominciò a notare questi aspetti dell’uomo che amava, ma anche a sentirsi stanca, insicura e in colpa per il dubbio di essere lei la causa di questo cambiamento. Ciò la portò allo stremo delle forze e all’apatia, ma un giorno decise di chiedere aiuto e rimettersi in gioco.
Ho trovato questo libro illuminante perché l’autrice è stata capace di raccontare quelli che sono i tratti di una persona narcisista e manipolatrice, ma anche i sentimenti provati da chi ha la sfortuna di vivere una storia d’amore come questa. Lo stile è ironico, ma non fa venire meno l’importanza della tematica trattata.
Ho adorato le illustrazioni perché, oltre a descrivere degli eventi, attraverso esse è possibile percepire la varietà di emozioni che caratterizzano le dinamiche di relazione con un narcisista/manipolatore. Sono immagini pulite, dinamiche ed espressive quelle di Sophie Lambda.
Quando ho comprato questo libro, Marco mi ha confessato che aveva già in mente di regalarmelo, perché lui sa che anche io ho attraversato la stessa esperienza, e quando mi ha conosciuta portavo sulle spalle uno zaino più pesante di me stessa.
Qualche anno fa incontrai un uomo con il quale iniziai una relazione dove tutto sembrava perfetto. Ben presto però mi accorsi che “qualcosa non andava”: era una sensazione nella pancia, a cui però non davo ascolto. Erano troppe le bugie, le sparizioni e le ambiguità. Quando glielo facevo presente mi ripeteva che avevo le allucinazioni, che ero troppo gelosa, che ero pazza, che erano le altre a sedurlo e che non lo capivo.
Mi sentivo stanca, triste e apatica. Continuavo a perdonare le sue malefatte raccontandomi delle storie, ma la cosa peggiore è stata avergli permesso di farmi sentire in colpa. Spesso mi domandavo dove avessi sbagliato, oppure imputavo a me stessa le sue reazioni. Ma a furia di cercare di capire lui, non capivo più me stessa. Non riuscivo a capacitarmi come io, che di lavoro opero con le persone, anche molto patologiche, non riuscissi a uscire da questa situazione. Poi venne il momento in cui decisi di affidarmi a qualcuno ancora più esperto di me, così da riuscire a interrompere qualsiasi legame con quella persona, affrontando la paura del distacco e il duro percorso di risalita. Questo mi ha permesso di riconoscere ciò che sono e accogliere ciò cosa è arrivato dopo: una relazione sana e piena di amore.
Il manipolatore, però, dov’è finito? Interrotta la storia continuò a contattarmi, provando vari tipi di approccio: quello plateale («Ti amo ancora e non so stare senza di te. Torna che ho fatto uno sbaglio»); quello delle scuse («Ho ancora il tuo braccialetto e vorrei ridartelo: ci vediamo per un caffè?»); quello della compassione («In questo periodo sono stato poco bene»; «Sono in un momento difficile della mia vita»; «Sono un buono a nulla e ho sbagliato tutto con te»).
Non sono mai tornata indietro.
La lettura della storia Sophie Lambda è stata, per questi motivi, ancora più consapevole. Mi ha fatto rivivere un periodo difficile della mia vita e provare la gioia di esserne uscita ancora più forte. Consiglio, quindi, il libro a tutti coloro che vogliono conoscere la figura del manipolatore e il fenomeno della dipendenza affettiva. Mi rivolgo, in particolare, a chi sta attraversando queste dinamiche: non dovete permettere a nessuno di farvi sentire in difetto e quando inizia a farlo, spesso, è evidente che non vi ama. Non abbiate timore di chiedere aiuto, specialmente a un professionista. Non abbiate la paura di rimanere da soli, perché potete rinascere e ricreare attorno a voi rapporti sani con maggiore consapevolezza.
Stefy.